La polemica di Lutero contro i "profeti celesti" non è contro un gruppo di persone, come suggerisce il titolo, ma contro Andrea von Bodenstein detto Carlostadio come prototipo e capostipite degli Schwärmer cioè "entusiasti", "fanatici", "esaltati" – come egli li definiva – e che incarnano quella tendenza che la storiografia più recente è solita chiamare "Riforma radicale" o "ala sinistra della Riforma". Il giudizio di Lutero ha pesato per secoli su questa area evangelica radicale e solo negli ultimi decenni si è cominciato a distinguere fra le diverse tendenze e i diversi gruppi – raccolti in un unico giudizio negativo da Lutero – molto diversi fra loro.
Carlostadio era realmente il capostipite di queste tendenze? Per certi versi forse sì, per altri sicuramente no. Tra Lutero e lui vi fu uno scontro – il primo grande conflitto fra Riformatori – di temperamenti, strategie e teologie diversi. Carlostadio bruciò le tappe del processo riformatore, passando dalle parole ai fatti: introdusse la celebrazione della messa in tedesco e la comunione sotto le due specie; promosse l'abolizione delle immagini sacre, dei digiuni, della confessione auricolare ecc. Per certi aspetti Carlostadio praticava quel che Lutero predicava, per altri lo anticipava, per altri ancora lo contraddiceva.
Con questo scritto Lutero persegue tre obiettivi: combattere Carlostadio; presentarlo come succube all'influenza altrui; colpire la tendenza teologica che egli incarna. È uno scritto di grande vigore che è riuscito ad arginare la diffusione del pensiero di Carlostadio e ci presenta due diverse sensibilità teologiche che al loro tempo si scontrarono come alternative.
Biografia dell'autore
ha insegnato Storia della teologia all'Università Cattolica di Milano. Curatore dell'edizione italiana degli scritti di Bonhoeffer, su di lui nel 1995 ha inoltre pubblicato la monografia Anthropos téleios. L'itinerario di Bonhoeffer nel conflitto tra cristianesimo e modernità (Queriniana).