Con la sua lunga carriera politica al fianco dei primi imperatori cristiani, il retore e filosofo pagano Temistio è senza dubbio una figura emblematica della tarda antichità e fra le più complesse e avvincenti del IV secolo. Così egli venne percepito già nell'antichità, come mostra sia la larga circolazione delle sue opere nei secoli successivi sia la loro fortuna in contesti diversi da quello d'origine, ad esempio nel mondo islamico e giudaico, e in particolare fra i cristiani di lingua siriaca e araba.
Questo volume riunisce, per la prima volta in traduzione italiana, la versione dal siriaco di due orazioni temistiane, il Peri philias e il De virtute, e la versione dall'arabo di uno scritto di natura politica noto come Epistula de re publica gerenda. Da questi testi emergono non soltanto le ragioni all'origine del successo di Temistio fra le comunità cristiane a oriente di Bisanzio, ma anche e soprattutto la trasformazione che i suoi scritti e il suo pensiero conobbero in quello che fu un processo di traduzione linguistica e insieme culturale.
La traduzione dal testo originale greco del Peri philias fornita in appendice consente di cogliere come un simile processo abbia prodotto di fatto testi nuovi, nei quali si riverberano la pluralità linguistica e religiosa del Vicino Oriente antico e il suo dialogo ininterrotto col passato e la tradizione classica.
Questo volume riunisce, per la prima volta in traduzione italiana, la versione dal siriaco di due orazioni temistiane, il Peri philias e il De virtute, e la versione dall'arabo di uno scritto di natura politica noto come Epistula de re publica gerenda. Da questi testi emergono non soltanto le ragioni all'origine del successo di Temistio fra le comunità cristiane a oriente di Bisanzio, ma anche e soprattutto la trasformazione che i suoi scritti e il suo pensiero conobbero in quello che fu un processo di traduzione linguistica e insieme culturale.
La traduzione dal testo originale greco del Peri philias fornita in appendice consente di cogliere come un simile processo abbia prodotto di fatto testi nuovi, nei quali si riverberano la pluralità linguistica e religiosa del Vicino Oriente antico e il suo dialogo ininterrotto col passato e la tradizione classica.