Con me e con gli alpini – Milano
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«Con me e con gli alpini di Piero Jahier è il diario dell’addestramento, nel Bellunese, di due gruppi di alpini tra fine febbraio e giugno del 1916, quando i soldati partono per il fronte, lasciando solo il loro addestratore, il tenente Jahier.
Mentre il testo è in preparazione per la stampa avviene la rotta di Caporetto, e quell’opera, concepita come la testimonianza di un’esperienza personale, assume una connotazione diversa, contribuendo a siglare un riscatto, a rappresentare un vero e proprio segnale di rinascita, innanzitutto morale».
Paolo Giovannetti
«Il Piero Jahier che a inizio 1918 pubblica la prima edizione – la più compatta stilisticamente e tematicamente – di Con me e con gli alpini è un ufficiale incaricato dell’addestramento delle reclute. Tra i più noti esempi di populismo letterario della letteratura italiana contemporanea, l’opera intende “raccontare” (ma anche “cantare” e “argomentare”) la bellezza del rapporto che si instaura fra il superiore e i suoi soldati, la scoperta di una realtà montana più sana e degna di quella cittadina. E tuttavia molti altri sono i motivi d’interesse: innanzitutto i riferimenti a una fede, valdese e protestante, che solo nella prima edizione Jahier si sente di esibire a chiare lettere, suggerendo una continuità fra la tradizione delle Valli e quella dei soldati italiani di montagna. Ma anche la scrittura, così salmodiante e biblica, che ha la funzione di ipnotizzare la durezza della guerra, trasponendola in una diversa dimensione. A ben vedere, Jahier scrive una storia d’amore tra un ufficiale e la sua truppa. Lontano dalla guerra, insomma, e un po’ anche contro la guerra».
Paolo Giovannetti
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